Educare in natura, si può!

Quando è arrivato il momento di scegliere una scuola dell’infanzia per mio figlio, sapevo che avrei voluto qualcosa di diverso, un’esperienza che lo avvicinasse alla natura, gli permettesse di scoprire il mondo a modo suo, desse spazio alla sua energia dirompente. Dopo lunghe riflessioni e qualche timore, abbiamo scelto una scuolina all’aperto ubicata nella periferia della nostra città: ‘La tribù dei Tora Tora’. Fare una scelta “fuori dal comune” per l’educazione di un figlio non è semplice, ti espone a domande, dubbi e incertezze. Tuttavia, proprio queste domande mi hanno dato la forza di seguire un percorso che sento davvero giusto per A. e per la nostra famiglia.

Lasciate che vi racconti il perché.

Al centro la natura

Uno dei motivi che mi ha spinta a scegliere una scuola all’aperto è la connessione che qui i bambini e le bambine possono sviluppare con la natura. Presso la scuolina è il cielo a fare da tetto e la terra da pavimento. Credo che i bambini abbiano un innato bisogno di esplorare il mondo naturale e che questo sia fondamentale per il loro sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo. In un mondo sempre più digitale e chiuso, dove spesso la natura viene vissuta a distanza, questo spazio offre la possibilità di riscoprire la bellezza di un ambiente autentico. Osservare mio figlio esplorare un prato, imparare a distinguere gli insetti e le piante, riconoscere le impronte degli animali, è per me una gioia immensa (in queste poche settimane ho imparato un mucchio di cose nuove anch’io). So che queste esperienze stanno arricchendo il suo bagaglio di conoscenze e lo stanno aiutando a crescere con una mente aperta e pronta a fare domande.

Imparare con il corpo e con l’esperienza

Alla scuola dei Tora Tora, non ci sono grembiulini o lavagne, ma ogni giorno A. impara qualcosa di nuovo. Qui i bambini corrono, saltano, si sporcano. Il loro apprendimento avviene attraverso il corpo, l’esperienza diretta, il gioco libero. Questo tipo di approccio permette loro di sviluppare autonomia e capacità di adattamento, oltre a imparare le prime basi della cooperazione. Credo fermamente che avere la possibilità di muoversi in un ambiente naturale insegni ai più piccoli qualcosa che vada oltre le parole: insegna a conoscere il proprio corpo, a sviluppare fiducia in sé stessi e a vivere con consapevolezza il mondo che ci circonda. E poco importa se i pantaloni bucati, come le lavatrici da fare, siano in forte aumento.

Libertà, regole ed emozioni

Un altro grande regalo di questa scuola all’aperto è la libertà di esplorare. I bambini alla Tribù non seguono orari rigidi e attività precostituite, sono liberi di dare forma alle giornate seguendo la loro curiosità. I piccoli esploratori, seguiti da educatrici attente ed empatiche, vivono un’educazione che si costruisce con il contributo delle loro scoperte. Questo non significa che non ci siano regole chiare e precise basata sul rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente. Come mamma, mi riempie il cuore vedere mio figlio vivere in un ambiente in cui può sperimentare senza timori, un ambiente che stimola la sua immaginazione e lo educa alla validazione delle sue emozioni.

Il coraggio di fare una scelta alternativa

Confesso che questa scelta ci ha messi alla prova come genitori. Quando abbiamo comunicato ad amici e parenti che avremmo iscritto nostro figlio a una scuola all’aperto, non tutti hanno capito. “Non sarà pericoloso?” mi chiedevano. “E il freddo? E la pioggia?” E poi, quella domanda implicita che spesso si cela dietro altre domande: “Perché non scegliere una scuola più tradizionale?”

Di fronte a queste domande, ho dovuto trovare il coraggio di rispondere agli altri, ma soprattutto di rispondere a me stessa. Scegliere una scuola diversa è stato come prendere una posizione, dichiarare che esistono altri modi di crescere e di apprendere, che l’educazione non deve necessariamente essere legata a poesie da ripetere a cantilena, lavoretti da completare o sedioline sulle quali stare seduti per ore e ore. Credo che come genitori sia importante avere il coraggio di fare scelte che rispecchiano i nostri valori, anche quando sembrano fuori dal comune. Questa decisione, apparentemente “alternativa”, non è stata altro che un atto di fiducia: fiducia nei bambini, nelle loro capacità, nella nostra visione di educazione e in quella di chi la scuolina l’ha fondata.

Un invito ai genitori: osate seguire il vostro cuore

So che una scuola all’aperto non è per tutti, e che le nostre scelte educative non devono necessariamente essere uguali. Tuttavia, desidero incoraggiare altri genitori a prendere in considerazione le alternative, a osare nel fare una scelta fuori dal comune se sentono che è quella giusta per il loro bambino. Questa esperienza mi ha insegnato che crescere un figlio non significa adeguarsi a standard o aspettative, ma avere il coraggio di seguire il proprio cuore, cercando il meglio per lui/lei. Non dobbiamo avere paura di uscire dai percorsi tracciati. La bellezza di ogni scelta, soprattutto se nasce dall’amore e dalla volontà di far crescere un bambino sereno e curioso, sta nel suo valore unico. La scelta di iscrivere A. a una scuola come questa è stata una sfida e una liberazione. Ogni giorno lo vediamo scoprire il mondo con occhi pieni di meraviglia e so che questo è solo l’inizio del suo viaggio. La scuola della ‘Tribù dei Tora Tora’ gli sta insegnando la resilienza, la creatività e la libertà di essere se stesso, tutte qualità che spero porterà con sé lungo la vita.

Quindi, se state pensando di fare una scelta educativa fuori dal comune, vi invito a seguire la vostra intuizione. A volte, le strade meno battute conducono a luoghi meravigliosi.

E per chi ci chiede “Prima o poi dovrà entrare nella scuola tradizionale, che senso ha ritardare questo ingresso?  Vedrete che alla primaria si troverà malissimo” vi riporto le parole di chi questa scuola l’ha sognata, creata e la vive ogni giorno, Sara Bellarosa e Donatella Dente: “Sono preoccupazioni comprensibili e a cui ci capita di rispondere spesso da quando è iniziata l’avventura della Tribù. Il primo aspetto da tener presente è che un bimbo, una bimba di 3 anni ha bisogno di sperimentare il corpo e la motricità, ha voglia di scoprire di cosa è capace a livello fisico, se questo bisogno viene soddisfatto al momento giusto, poi a 6 anni, quando sarà già evolutivamente “pronto”, sarà anche più disponibile a rispondere alle “richieste” della scuola tradizionale. Man mano che si cresce la modalità di apprendimento passa da prevalentemente percettiva-corporea a una più cognitiva e intellettuale.  Il grande lavoro che facciamo quotidianamente insieme ai bimbi e alle bimbe riguarda l’educazione emozionale, che prima di tutto per noi, educatrici ed educatori, è una notevole occasione di crescita. Nel corso dei mesi e degli anni, accompagniamo i bimbi e le bimbe alla scoperta di chi sono, di ciò che sentono, di ciò che desiderano, della fiducia in sé stessi, delle proprie risorse e anche delle proprie debolezze. Siamo fortemente convinte che tutto ciò porti a sviluppare maggiori risorse per poter affrontare poi difficoltà, frustrazioni e ostacoli che un ambiente nuovo (come quello della scuola tradizionale, ma non solo) potrebbe comportare”.