Matematica con il sorriso

“La matematica è un’esperienza emotiva che tutti hanno il diritto di poter vivere. L’esperienza matematica permette a chi la vive un’elaborazione critica e profonda della realtà, ed anche questo è un diritto di tutti.”  (A. Del Zozzo, 2010)

Questa la base dell’incontro formativo svoltosi sabato 14 Marzo a Napoli con la dott.ssa Agnese Del Zozzo, matematica, formatrice della cooperativa Anastasis , ricercatrice del Gruppo GIpA ed esperta di didattica in presenza di difficoltà specifiche.

Partendo dal presupposto che la matematica è una delle materie più ostiche per numerosi studenti non solo italiani ma di tutto il mondo – si parla infatti di fallimento elettivo (D’Amore,1999) proprio in riferimento a questa materia – ci si è chiesti come mai questo avvenga e soprattutto come è possibile “sopravvivere” alle richieste provenienti dal mondo della scuola spesso causa di enormi difficoltà, rifiuti, malesseri.

La dott.ssa Del Zozzo, trasmettendo con forza la sua passione e per la matematica e per l’esperienza educativa, ha condotto una brillante riflessione in cui noi facilitatori dell’apprendimento abbiamo potuto comprendere come la matematica non sia un buco nero nel quale sprofondare ma un mondo fantastico, dinamico, aperto, illimitato che va toccato con mano,  digerito, sentito “con la pancia”.

Nel corso dell’incontro si è parlato dei ragazzi, delle loro difficoltà , del loro punto di vista e di come troppo spesso si perda l’intero senso di un apprendimento perché  lontano anni luce dalla realtà, perché presentato passivamente come dato di fatto, oppure  come scontato e soprattutto proposto  senza rendersi conto di come piccoli accorgimenti, banali cambiamenti, possano portare invece alla soluzione.

Un esempio? Ecco come i libri di testo presentano la formula base di una proposizione: “a: b = c: d”.

La lettera b e la lettera d sono lettere speculari,  per un pensatore visuo-spaziale risultano essere due immagini mentali molto simili, se non identiche.  Il risultato?  Lo studente cadrà facilmente in errore, scambiando una b con una d, o viceversa! Magari porterà l’esercizio a termine, userà tutti i procedimenti giusti ma a causa di questa difficoltà “visiva” il risultato sarà immancabilmente errato e si tradurrà in un nuovo fallimento scolastico.

E se la stessa proposizione venisse presentata così: “a : B = c : d” ,  non sarebbe meglio? Oppure se al posto delle lettere, che per un ragazzo con difficoltà di lettura sono già un ostacolo, si usassero dei simboli? Come    b :  a=   c  d

Il procedimento matematico da apprendere sarebbe identico, ma senza l’ostacolo percettivo illustrato sopra.

In alcuni casi   la causa di un errore può derivare addirittura dall’uso degli strumenti compensativi stessi. Ad esempio una calcolatrice potrebbe suggerire erroneamente che (-3 x -3) faccia -9 solo a causa di un tasto da premere, oppure  un formulario può risultare  affollato visivamente perché contiene troppe informazioni, oppure troppi colori, creando  confusione anziché dare supporto.

Fondamentale risulta la personalizzazione degli strumenti, il confronto  con lo studente, perché nessuno meglio di lui/lei può sapere cosa gli è veramente utile, il dialogo continuo con il mondo della scuola al fine di remare tutti nella stessa direzione e far sì che nessuno ma proprio nessuno rimanga indietro nello straordinario processo che è l’apprendimento, di ogni materia, finanche della più temuta: la matematica appunto!

Quello che noi di Centro Anch’io portiamo a casa dopo questa intensa giornata formativa, è una maggiore consapevolezza, una rinnovata voglia di fare del nostro meglio per offrire sempre più ai nostri ragazzi,  strumenti adatti alle esigenze di ognuno. Numerosi i software, i libri, gli strumenti pratici ed informatici raccolti che possono offrire un’importante supporto. 

Concludo con questa immagine, anch’essa frutto di questa giornata:  i libri di testo, specialmente quelli di matematica, spesso  assomigliano al Libro “Mostro dei mostri” , il pericoloso libro ricevuto in dono da Harry Potter che attacca chiunque tenti di aprirlo. L’unico modo per riuscire a leggere questo terribile libro senza ferirsi è accarezzarlo docilmente sul dorso. 

Insieme vogliamo imparare ad accarezzare tutti i libri di testo che ci capitano a tiro al fine di riuscire a scoprire i mille tesori che essi nascondono!

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