“La mia dislessia”- Philip Schultz si racconta

Durante il 2° Convegno nazionale “Sos Dislessia” il nostro staff al completo ha avuto l’onore ed il piacere di conoscere lo scrittore PHILIP SCHULTZ, vincitore nel 2008 del Premio Pulitzer per la poesia . La sua presenza al convegno era dovuta al fatto che lo scrittore all’età di 58 anni, grazie alla diagnosi ricevuta dal figlio, ha scoperto di essere anche lui  dislessico.

Il racconto della sua storia, del suo vissuto ci ha colpite ed emozionate.

Nel 2015 Schultz ha deciso di raccontare l’importanza di questa scoperta, tramite un libro ricco di spunti e riflessioni,

“La mia dislessia- Ricordi di un Premio Pulitzer che non sapeva nè leggere nè scrivere”.

Ne condividiamo qui alcuni estratti, buona lettura!

Da pag. 17: “Una cosa è chiara: la mente di un dislessico è diversa da quella degli altri. Ho impiegato gran parte della mia vita per capire che non era la stupidità l’origine dei miei problemi di elaborazione del linguaggio. Come ogni altra importante transazione della vita, non è stato facile abbandonare l’immagine negativa che avevo di me. Mi ero abituato a considerarmi come uno che, per quanto imperfetto e non meritevole, era riuscito a fare bene una cosa e ad averne un riconoscimento. Avevo imparato ad adeguarmi e a convivere in maniera abbastanza soddisfacente con il mio io danneggiato. Da quando avevo 10 anni mi ero addestrato a vivere una vita di opposti.”

Da pag. 43: “Non avrei mai voluto essere fastidioso, distratto, lento, sconvolto, non avrei mai voluto avere l’espressione e il modo di parlare di uno stupido. Non volevo essere preso in giro, nè fare arrabbiare i miei insegnati, nè ritardare tutta la classe perchè non capivo un concetto. Ma è quello che spesso accadeva a causa della mia difficoltà di apprendimento.”

Da pag. 92: “In un certo senso i dislessici sono condizionati dal loro ambiente a considerarsi l’unica causa delle proprie difficoltà di apprendimento. Se si chiede a un dislessico si scoprirà tutto un mondo di rimorsi, sensi di colpa e vergogna. Per i bambini che apprendono presto di essere dislessici e che ottengono aiuto e sostegno, è diverso, anche non del tutto. E’ sempre doloroso per un bambino sapere di essere diverso e di essere etichettato come tale.”

Grazie a Philip Schultz per aver raccontato e condiviso la sua esperienza, siamo certe che la sua storia potrà essere di aiuto, sostegno e conforto a tutti i  bambini e ragazzi che ogni giorno affrontano luci ed ombre di questo stile di pensiero così originale!

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